
La riabilitazione della sordità
“Le persone sensibili vivono in punta di piedi per non disturbare nessuno. Attraversano la vita senza fare rumore, perché tutto il “rumore” ce l’hanno dentro.
Ogni anno in Italia nasce un bambino sordo su mille, ed è fondamentale che tale patologia venga diagnosticata e trattata precocemente per evitare che ne derivino problemi di linguaggio, disturbi relazionali e comportamentali.
Il Centro Medico di Foniatria, storicamente fondato per la riabilitazione della sordità nel bambino, dedica tuttora buona parte delle sue energie a tale ambito. La sordità profonda, fino a tempi relativamente recenti, rappresentava una delle infermità più gravi che potessero colpire un bambino, per le ripercussioni che tale patologia aveva sia sullo sviluppo linguistico, sia sull’inserimento sociale
L’evoluzione tecnologica
La radicale evoluzione tecnologica avvenuta negli ultimi anni ha drasticamente mutato la condizione del paziente ipoacusico, riducendo significativamente il divario sociale storicamente esistente con il mondo degli udenti. Questo è potuto accadere da un lato grazie all’avanzamento delle tecniche diagnostiche, che hanno reso possibile la diagnosi precoce della sordità consentendo l’applicazione tempestiva dei presidi terapeutici più adeguati e dall’altro la possibilità di far uso di protesi sempre più sofisticate fino ad arrivare all’impianto cocleare.
L’acquisizione del linguaggio avviene in un periodo critico compreso tra 0 e 4 anni, ed è condizionata sia da una predisposizione genetica, sia da stimolazioni percettive in grado di attivare il sistema linguistico. Una sordità insorta in epoca preverbale produce nel bambino effetti devastanti in tale processo, generando gravi problemi nello sviluppo del linguaggio: vengono infatti alterate sia la comprensione sia la produzione a livello di articolazione, competenza lessicale e morfo-sintattica, ritmo ed intonazione.
La diagnosi precoce
Una diagnosi precoce e una adeguata protesizzazione, abbinate ad un idoneo e tempestivo trattamento logopedico, consentono di attuare un efficace processo di recupero di queste funzioni.
L’avvento degli impianti cocleari ha rappresentato una svolta decisiva nell’evoluzione linguistica del bambino sordo, migliorando la qualità delle sue prestazioni e accelerando molto il processo di apprendimento. Nel corso degli ultimi anni è stata molto anticipata l’età in cui viene effettuato l’impianto, potenziando l’apprendimento spontaneo del linguaggio, paragonabile in alcuni casi a quello del bambino normoudente.
Le condizioni ottimali per raggiungere i migliori risultati percettivi e linguistici del bambino, sono la precocità dell’intervento e l’assenza di specifici problemi linguistici che, a prescindere dall’udito, impediscano un normale manifestarsi del linguaggio Poiché la deprivazione sonora insorta nell’età dello sviluppo comporta significative alterazioni anatomiche e funzionali, la riabilitazione logopedica permette di facilitare ed accelerare il processo di normalizzazione delle funzioni attraverso un lavoro sistematico sulle abilità uditive e sul linguaggio.
Un programma personalizzato
Per la messa a punto di un programma terapeutico idoneo è necessaria quindi un’attenta valutazione del caso individuale, tale da definire sia le abilità percettive del bambino sia il livello di sviluppo del suo linguaggio.
Nella riabilitazione del bambino impiantato risulta inoltre essenziale il lavoro con la famiglia (che, se preparata da un’assistenza valida, interagisce in modo efficace con il bambino facilitando tutto il processo di apprendimento), con l’equipe territoriale e con la scuola di appartenenza. L’attuazione di una vera e propria rete terapeutica consente i risultati migliori sia in termini qualitativi sia in termini di tempo.
Per realizzare tutto ciò il Centro si avvale di una squadra multispecialistica che attraverso un’analisi interdisciplinare delle problematiche del paziente stila e realizza un progetto terapeutico a tutto tondo. La collaborazione dei diversi specialisti rende possibile una rete di competenze che copre tutte le tappe del percorso riabilitativo, studiato su misura per ogni singolo paziente: ciò consente di ottenere il massimo dei risultati, grazie al continuo confronto tra operatori e alla condivisione d’informazioni e competenze.
Un bambino non è solo un orecchio che sente o una bocca che parla, e deve essere valutato a 360° in modo da studiare tutte le funzioni correlate al linguaggio. Un’Unità di 40 professionisti per mezzo di una analisi interdisciplinare delle problematiche del paziente stila e realizza un progetto terapeutico completo.
Approccio interdisciplinare
Le figure coinvolte nella realizzazione del percorso riabilitativo sono le seguenti:
Audiologo
Otochirurgo
Foniatra
Neuropsichiatra infantile
Psicologo
Audiometrista
Audioprotesista
Logopedista
Neuropsicomotricista
Personale non medico
Le tappe di tale percorso sono:
- diagnosi;
- protesizzazione e adattamento protesico (cioè la regolazione delle protesi acustiche in funzione del grado di perdita uditiva);
- impianti cocleari, quando le protesi non siano sufficienti alla percezione della parola;
- trattamento riabilitativo logopedico, grazie al quale (specie se abbinato all’impianto cocleare) è possibile ottenere ottimi risultati percettivi e verbali;
- allenamento acustico, per consentire al bambino di riconoscere i suoni;
- apprendimento del linguaggio;
- preparazione dei genitori all’assistenza.

Impianto cocleare
Audiologo
Quando si decide di sottoporre un paziente all’impianto?
I candidati che possono beneficiare di un impianto cocleare sono i soggetti adulti e bambini con sordità pre e post linguale che rientrano nelle seguenti categorie:
Adulti Devono possedere i seguenti requisiti :
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Bambini Devono possedere i seguenti requisiti :
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Nei bambini l’intervento va eseguito precocemente, possibilmente entro i 2-3 anni di vita, per sfruttare al meglio la plasticità cerebrale. Nell’adolescente, poiché la plasticità cerebrale e la memoria uditiva sono meno flessibili, è opportuno fare un’attenta selezione per valutare la motivazione e le aspettative del paziente.
Impianto
L’impianto cocleare è un dispositivo medico elettronico, impiantato chirurgicamente, in grado di ripristinare la funzionalità uditiva. È stato sviluppato per le persone con perdita dell’udito percettiva da grave a profonda che abbiano ottenuto solo benefici limitati da apparecchi acustici adeguatamente tarati. L’impianto cocleare by-passa la parte danneggiata dell’orecchio interno andando a stimolare direttamente le fibre del nervo acustico. A differenza delle protesi acustiche, che amplificano il suono, l’impianto cocleare converte il suono in impulsi elettrici in modo da simulare l’udito naturale generando una sensazione uditiva.
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Com’è fatto?
Un sistema di impianto cocleare si compone di due parti:
- La parte INTERNA (impianto) posizionata chirurgicamente nell’osso temporale sotto la cute e l’array (cavo porta elettrodi) inserito all’interno della coclea.
- La parte ESTERNA (processore) indossato dietro l’orecchio, collegato alla parte interna da una antenna che aderisce magneticamente alla cute.
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Valutazione
Come si valuta l’opportunita’ di un i.c.?
Una valutazione approfondita consente di stabilire se un paziente potrà trarre beneficio dall’I.C. e deve essere condotta da un Centro I.C. in grado di vagliare i diversi aspetti del problema, specie nei bambini.
Gli esami audiologici a cui sottoporre il paziente sono:
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L’equipe del Centro cura con particolare attenzione il counseling rivolto ai genitori, per accompagnare con consapevolezza la famiglia all’impianto e la preparazione dei bambini ad affrontare con serenità la sala operatoria.
Intervento
L’intervento chirurgico di “inserzione d’impianto cocleare” viene eseguito in anestesia generale ed ha una durata variabile di circa 2-3 ore. Durante tutto l’intervento viene eseguito il monitoraggio del nervo facciale. Un’incisione praticata a livello della cute retroauricolare consente di ricavare un piccolo alloggiamento all’interno della mastoide per posizionare l’impianto. Il tempo successivo consiste nell’apertura della coclea (cocleostomia) e nell’inserimento dell’array che viene poi fissato con del tessuto connettivo. In questa fase vengono effettuati opportuni tests che valutano la corretta collocazione e assenza d’interferenze tra gli elettrodi e il nervo facciale. La procedura finale consiste in un’attenta chiusura dei lembi.
Quali sono i rischi dell’intervento?
I rischi, come documentato dalla letteratura internazionale, sono molto limitati e vengono abitualmente discussi con il chirurgo. La degenza è di uno o due giorni e la convalescenza di circa 2 settimane.
Come funziona l’impianto dopo l’intervento?
Circa un mese dopo l’intervento chirurgico l’impianto cocleare verrà attivato (messo in funzione). Durante l’attivazione avverrà il mappaggio che consiste nella programmazione individuale del processore, essa sarà effettuata da un tecnico o da un altro professionista. Nell’arco del primo anno, salvo particolari problemi, i mappaggi successivi saranno eseguiti a 3 mesi, a 6 mesi, a 9 mesi e a 12 mesi; i successivi controlli poi una volta all’anno nei bambini e una volta ogni due anni nei pazienti adulti stabili.
Risultati
Quali saranno i risultati?
Obiettivo della riabilitazione è che il paziente ottenga il massimo beneficio dal proprio impianto e per arrivare a ciò sono fondamentali le sedute logopediche, specie nei bambini, per imparare a sfruttare al meglio il guadagno offerto dall’I.C.. I risultati dipendono dall’età, dal periodo d’insorgenza della sordità, dal periodo di tempo trascorso prima dell’impianto, dalla qualità della riabilitazione logopedica attuata, dalla motivazione del paziente e delle persone che lo circondano e da altri fattori soggettivi e variabili da un soggetto all’altro. Il risultato dell’impianto è strettamente legato a tutti i fattori precedentemente elencati e permette un ripristino pressoché completo della funzione uditiva compresa la capacità di parlare al telefono. In taluni casi esso permette al paziente di apprezzare i rumori ambientali e di migliorare la propria capacità comunicativa integrando la lettura labiale con le informazioni fornite dall’impianto. |
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Benefici
E’ necessario qualche mese sia per raggiungere attraverso i mappaggi la taratura ottimale per un buon ascolto, sia per permettere al cervello di adattarsi alla nuova situazione uditiva e di riconoscere quindi i segnali acustici. A tale scopo è essenziale il lavoro della logopedista che stimola e accelera i processi di apprendimento. Al contempo è importante il counseling del logopedista rivolto a chi accudisce il bambino, per moltiplicare in modo assolutamente naturale i tempi di stimolazione, abbreviando il tempo di raggiungimento degli obiettivi. Nelle persone che sono diventate sorde in età adulta il processo di apprendimento è molto più veloce poiché richiede solo la riattivazione dei circuiti neuronali in precedenza già funzionanti.
Durata
Si tratta di una tecnologia molto avanzata, progettata e collaudata per funzionare correttamente per molti anni. In caso di rottura della parte esterna (processore), essa viene sostituita con procedura analoga alla sostituzione delle protesi. In caso di disfunzionamento della parte interna, è necessario rimuovere chirurgicamente l’I.C. e riposizionarne uno nuovo con un intervento tecnicamente più semplice.
Limitazioni
Non esistono particolari controindicazioni salvo per alcuni sport che prevedano forti urti alla testa o contatti violenti, che potrebbero provocare danni all’impianto. Per alcuni sport è consigliato l’uso di un caschetto protettivo.
Per effettuare una risonanza magnetica (RM) bisogna seguire le linee guida della casa madre del proprio impianto cocleare ed informare il chirurgo di riferimento.
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Linguaggio dei segni
A fronte di un largo numero di bambini con ottime capacità di percepire il parlato e di esprimersi correttamente, altri manifestano rilevanti difficoltà: in taluni casi esistono specifiche difficoltà associate (deficit visivi, disturbi dello spettro autistico, paralisi cerebrali infantili), in altri casi si tratta di un disturbo specifico del linguaggio che rallenta enormemente i progressi e richiede strategie particolari.
Non sempre è possibile superare tale ostacolo e in tali casi è fondamentale ricorrere al linguaggio ai segni: esso infatti rappresenta un facilitatore per il bambino per arrivare più velocemente alle parole e talvolta rappresenta il solo canale comunicativo.
Quindi, pur mirando a raggiungere l’uso della parola, offriamo anche l’opportunità di comunicare attraverso i segni ai bambini e alle famiglie, e arriviamo a coinvolgere anche la scuola, gli insegnanti e gli alunni e introdurli al mondo dei segni.
L’esperienza ci ha dimostrato che da questa integrazione comunicativa e culturale tutti ne possono guadagnare.